Lettera aperta di Confcooperative Sardegna alla Regione e al futuro Governo

Pubblichiamo di seguito il testo integrale della lettera aperta che Confcooperative Sardegna, attraverso il suo Presidente Fabio Onnis, ha rivolto alla Regione Sardegna e al futuro Governo.

Ci stiamo giocando il futuro

Caro Presidente Solinas, cari candidati parlamentari della Sardegna!,

il sistema produttivo regionale rischia concretamente di non reggere l’urto tremendo degli effetti della crisi energetica.

Lo affermo con forza e mettendo in campo tutta la capacità di proporre e costruire soluzioni di cui è capace una grande Associazione imprenditoriale come Confcooperative Sardegna, che ho l’onore di rappresentare.

Lo affermo con determinazione perché lo gridano moltissimi dei 25mila soci che animano le 700 imprese associate. Nella metà dei casi, queste hanno visto contrarsi il loro fatturato drasticamente nel 2020 per la crisi pandemica e oggi si trovano a dover ancora esporsi con il sistema creditizio, se ne avranno la forza, per provare a sopravvivere, non potendo più attingere a nuova capitalizzazione o a riserve patrimoniali che spesso non ci sono quasi più.

Un ricorso al credito che sarà difficilissimo, se non impossibile, per molte cooperative, proprio considerate le difficoltà economiche, finanziarie, patrimoniali in cui si trovano.

Alcuni esempi clamorosi rendono l’idea delle possibili prossime conseguenze della crisi che stiamo vivendo.

Una struttura socioassistenziale: a luglio del 2021 ha pagato 9.000 Euro di spese energetiche per le proprie sedi; a luglio del 2022 l’importo a superato quota 26.000 Euro.

Un’impresa di trasformazione di prodotti agroalimentari che gestisce anche la catena del fresco: negli stessi mesi dei due anni di riferimento ha pagato prima 35.000 Euro e poi 96.000 Euro.

Un’impresa cooperativa turistica impegnata nel settore ricettivo e della ristorazione è passata da 6.000 a 19.000 Euro di spese energetiche a distanza di 12 mesi.

E si potrebbero aggiungere esempi nel settore della logistica, della distribuzione; così come non occorre entrare nei dettagli dei rincari del carburante per le imbarcazioni nel settore della pesca o per i mezzi di trasporto delle merci.

C’è certamente un elemento congiunturale in questa crisi che ha motivazioni che scatenano molta rabbia in chi rischia di vedere vanificati gli sforzi di una vita lavorativa: le speculazioni sui prezzi dell’energia sono come spari ad alzo zero sulle comunità di donne e uomini che voglio costruire un futuro per i loro figli!

Come comunità regionale, nazionale ed europea dobbiamo avere la capacità, la forza politica di arginare perlomeno queste speculazioni finanziarie e prevedere meccanismi coi quali salvare interi pezzi del sistema produttivo.

Con la sopravvivenza di queste imprese ci sono in gioco l’assistenza alle persone, la produzione e distribuzione di larga parte del cibo che consumiamo, la capacità di accogliere turisti e di promuovere il nostro territorio, il trasporto delle persone, l’accesso ai luoghi della cultura !

In questo inverno energetico ed economico che stiamo attraversando occorre mettere in campo velocemente alcune misure straordinarie.

Innanzitutto, occorre congelare per i prossimi 12 mesi il patto di stabilità finanziaria per consentire ai governi regionale e nazionale di intervenire in modo mirato e adeguato a supporto di territori e settori.

È urgente che parallelamente si smobilizzino le tante risorse finanziarie pubbliche bloccate da procedimenti burocratici che non consentono alle imprese di avere le risorse, spesso relative ad appalti già eseguiti. In tal senso, in breve tempo e con fonti regolamentari che non richiedono passaggi legislativi, si potrebbe istituire un meccanismo di factoring automatico a costo zero per le imprese che, una volta certificata la spesa, potrebbero incassare comunque entro 30 giorni le somme spettanti, come previsto d’altra parte dalla normativa europea, presentando semplice domanda agli istituti finanziari.

Infine, per quanto riguarda le risposte congiunturali immediate, occorre che si concedano finanziamenti a tasso zero alle imprese per far fronte al pagamento delle forniture energetiche da restituire in un periodo di almeno 5 anni.

Su piano strutturale, invece, la politica deve avere il coraggio di liberare quanto più possibile le imprese dagli effetti delle speculazioni finanziarie su un bene primario come l’energia: è fondamentale che si attui nel prossimo decennio un piano straordinario di infrastrutturazione energetica dei territori.

Sono fondamentali in tal senso due strumenti: da un lato, l’incentivazione alla costituzione di comunità energetiche, in forma cooperativa, che mettano insieme imprese e famiglie: non ci si salva da soli ed occorre unire le forse in seno alle comunità, avendo cura massima della sostenibilità ambientale e sociale, ma pensando anche al futuro economico dei territori.

Dall’altro, si dovrebbero mettere in campo massicci finanziamenti pubblici a tasso zero per realizzare investimenti in grado di abbattere i consumi, tra cui innanzitutto l’installazione di sistemi di produzione da fonte alternativa come il fotovoltaico, il microeolico ecc. in ogni singola impresa: ciò sia nelle strutture di cui sono proprietarie le imprese che in quelle di proprietà di Enti pubblici in cui vengono eseguiti appalti da parte di cooperative e altre imprese.  

Con questi due interventi, a cui potrebbero essere già da subito destinati una parte dei fondi del PNRR e ulteriori fondi UE e nazionali, si avrebbe in 10 anni un netto miglioramento dell’asset energetico di una buona parte del sistema produttivo, che si farebbe carico della manutenzione degli impianti, garantendo assoluta efficienza gestionale e quasi nessun costo a carico del bilancio pubblico. Evidenzio, inoltre, l’impatto importante che un simile intervento avrebbe certamente nello stimolare investimenti da parte delle imprese fornitrici.

Sono semplici proposte di cui Confcooperative Sardegna ha avuto modo di ponderare gli effetti diretti e indiretti: oggi non è tempo di essere tiepidi nelle decisioni, bensì appassionati e decisi nel perseguire il bene comune, nel costruire il bene delle future generazioni.

Le Proposte di Confcooperative Sardegna:

  • Blocco patto di stabilità
  • Factoring a 30 giorni per incassare i crediti dalla PA
  • Finanziamenti a tasso zero a MLT per pagare le fatture con restituzione a 10 anni
  • Contributi per le comunità energetiche
  • 10 anni di finanziamenti per investimenti di singole imprese su fonti rinnovabili

Cagliari, 18 settembre 2022

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